In fisica l'etere luminifero era l'ipotetico mezzo attraverso il quale, fino al XIX secolo, si pensava si propagassero le onde elettromagnetiche.

La natura di questo mezzo materiale fu sin dall'inizio fonte di numerosi problemi. Il fatto che le onde luminose fossero trasversali richiedeva un'etere solido, invece che liquido o gassoso; l'elevatissima velocità di propagazione della luce richiedeva una rigidità corrispondentemente elevata per l'etere; il fenomeno astronomico dell'aberrazione della luce delle stelle indicava che l'etere dovesse restare immobile su distanze, appunto, astronomiche. E tuttavia, in apparente contrasto con tutto ciò, non si poteva rivelare alcuna resistenza al moto dei corpi da poter attribuire all'etere. La teoria dell’etere viene superata da quella proposta da James Clerk Maxwell che alla fine del XIX secolo, sostenne che le onde luminose sono elettromagnetiche e non necessitano di un mezzo per la trasmissione e mostra che la luce visibile è una parte dello spettro elettromagnetico. Con la formulazione delle equazioni di Maxwell vennero completamente unificati i fenomeni elettrici, magnetici ed ottici. Per la grandissima maggioranza delle applicazioni questa teoria è ancora utilizzata al giorno d'oggi.